energia green per la logistica ed i traffici del porto

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Dalle pale eoliche ai pannelli fotovoltaici. Dalla conferenza dei servizi arriva l’autorizzazione per il progetto dell’Autorità di sistema portuale che, a differenza di quanto accadeva nella versione precedente, intende utilizzare pannelli fotovoltaici, e non pale eoliche, installati sulla diga di punta Riso per alimentare i nuovi servizi dedicati alla logistica agroalimentare all’interno del terminal di sua proprietà ma anche in una parte dei parcheggi attigui.

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Un progetto che nasce, per l’appunto, come potenziamento per la logistica relativa in particolare a pesca ed agricoltura nel porto di Bari ed in quello di Brindisi e che è stato finanziato, tramite il Pnrr, con 6 milioni e 200mila euro. E tra gli interventi previsti nel capoluogo messapico c’è proprio quello di “rifunzionalizzazione di spazi all’interno del terminal di proprietà dell’Autorità, nel porto di Brindisi, introducendo caratteristiche specifiche e servizi in favore della logistica agroalimentare e l’efficientamento della struttura in termini funzionali, formali ed energetici”. Non solo spazi all’interno del terminal. Saranno dotate dei medesimi servizi, infatti, anche 20 aree di sosta, con particolare riferimento alle esigenze dei mezzi di trasporto refrigerati.

Un impianto al servizio del porto

Il fabbisogno energetico degli stalli “elettrificati” avrebbe dovuto essere soddisfatto, nella prima versione del progetto, mediante l’installazione di impianti di generazione da fonte rinnovabile, principalmente eolica. In particolare, era prevista l’installazione di una serie di aerogeneratori per una potenza complessiva nominale di 500 KWp (kilowatt picco), così da garantire l’approvvigionamento energetico del sistema a supporto della logistica agroalimentare. Nei mesi successivi, tuttavia, il progetto è stato modificato ed al posto degli aerogeneratori sono spuntati i pannelli fotovoltaici. Da installare sempre sulla diga di punta Riso. Per la precisione, si parla di pannelli da installare sulla porzione inclinata della struttura in calcestruzzo della diga. Per una potenza complessiva di 891,10 KWp.

L’iter autorizzativo

Durante l’iter della conferenza dei servizi, l’unico ente a sollevare perplessità rispetto all’intervento è stato, ancora una volta, nonostante i cambi alla guida degli uffici interessati, il Comune di Brindisi, in particolare il settore Pianificazione del territorio ed il settore Ambiente. Il primo, infatti, ha espresso il proprio dissenso mentre il secondo ha evidenziato l’impossibilità di esprimersi favorevolmente. Il nodo, in quest’ultimo caso, riguardava tra le altre cose, oltre al possibile fenomeno di abbagliamento, le necessità di pulizia dei pannelli. Ma l’Authority, nella presa d’atto di conclusione della conferenza dei servizi, evidenzia come “l’utilizzo di sostanze chimiche è ipotizzato al più per limitate superfici e dunque per esigue quantità e solo in rare occasioni”. Alla luce della loro inclinazione, i pannelli “risulteranno in sostanza autopulenti, l’operazione avverrà senza dispersione di fluidi nell’ambiente. Peraltro, si utilizzerebbe in modesta quantità acqua dolce per lavare residui di sale marino”.

Le perplessità del Comune superate dal “green”

Per quanto riguarda le questioni sollevate dal settore Pianificazione del territorio, l’Authority ritiene che siano più di tenore paesaggistico che urbanistico. Non solo. I rilievi, si legge nella relazione finale a firma del dirigente del dipartimento tecnico dell’authority Francesco Di Leverano, “assimilerebbero l’intervento alla realizzazione di un impianto ad opera di un privato e non alla realizzazione di un intervento per conto dello Stato che prevede, tra l’altro, la realizzazione di un impianto fotovoltaico completamente integrato ed invece equiparato ad un impianto di produzione di energia da fonte fotovoltaica installato su terreno”. Criticità che, tuttavia, nella fase finale della conferenza dei servizi la dirigente del settore Urbanistica del Comune Rosabianca Morleo ha confermato in toto, respingendo le controdeduzioni dell’ente portuale. Salvo poi concludere: “Si ritiene che le criticità precedentemente rilevate possano essere superate in considerazione del valore green dell’intervento proposto finalizzato all’utilizzo di fonti rinnovabili in sostituzione di alimentazione energetica di tipo fossile”.

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