QDL – Lazio, Juan Bernabé: “Denuncio Claudio Lotito”

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L’ex falconiere biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei: queste le sue parole

È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei, Juan Bernabé. Queste le parole dell’ex falconiere della Lazio : “ Sto bene, evidentemente potrei stare meglio, però sto bene, sono una persona molto forte. Sempre sono cresciuto con una mentalità, i miei genitori mi hanno cresciuto con una mentalità di vincere la vita in qualsiasi tipo di situazione. Se c’ è una possibilità di rivedere Olympia volteggiare allo Stadio Olimpico? Evidentemente no. Dato che il capo dell’Etica voleva già da tanto tempo che non volasse Olympia. Lui si crede che è un esempio per tutta l’umanità con l’etica e con le parole che usa. Presto metterò su Instagram un video del 2022, c’era ancora Tare che tanto ha sofferto per la mia situazione come per quella di tanti calciatori con questa persona. Ma lui è il presidente della S.S. Lazio, non della Lazio: quella è un’altra cosa, una famiglia gigante di persone che danno tutto per niente.

Io per lui, da tanto tempo, ero un incubo. Sto dicendo che di quello che è uscito, il tema chirurgico che fu uno sbaglio, lui ne ha approfittato per cacciarmi via dalla Lazio. Stavamo litigando da tanto, non dico 15 anni, ma da tanto. Quando sono arrivato cercavo di capire perché c’era questa guerra continua tra tifoseria e società. Per me è stato difficilissimo il mantenermi in mezzo della linea di guerra, perché dovevo comportarmi bene con la società e anche con la tifoseria. Presentandomi con l’aquila Olympia, il simbolo della Lazio, in tanti eventi parte della tifoseria mi diceva che era arrabbiata con lui e poi, quando io intentavo di trasmettere il messaggio, lui si arrabbiava con me. Ha visto che con il tempo ho preso peso nel tifo per Olympia e per la mia personalità e per quello che rappresenta il simbolo della Lazio.

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Io provavo sempre a rispettare la situazione, perché evidentemente lui è il presidente della Lazio. È evidente che non tutto ciò che ha fatto è brutto, perché bisogna riconoscere che quando io sono arrivato avevamo uno spogliatoio col bagno di legno e oggi c’è una condizione degna per i calciatori. Questo è da elogiare. Ma la metodologia che lui ha usato anche per poter raggiungere questo obiettivo non è stata corretta. Per esempio, mi ha lasciato in 15 anni circa 190 mila euro di fattura non pagata. Ho dovuto pagare l’ imposta. Io assumo tutta la responsabilità di tutto quello che sto dicendo. La metodologia che ha usato il presidente della Lazio con un personaggio che sta lì dentro che si chiama Armando Calveri, che è il segretario generale, è stata una metodologia realmente ingrata, una metodologia che ha buttato per terra la carriera e la vita di tanti calciatori che soni arrivati alla Lazio con lo spirito sportivo con un cuore innamorato della Lazio.

Come l’hanno fatto? Così come a me. Quando arriva la fine del contratto non ti pagano. È vero, un calciatore prende tanti soldi ma anche loro necessitano di soldi. E quando tu a un calciatore non paghi lo stipendio per due o tre mesi la vita di questa persona sperimenta alcuni problemi. Io ho visto uscire dalla Lazio calciatori con le lacrime agli occhi. Hanno fatto un gioco che non si fa con la vita di una persona e con i contratti. Perciò, ogni volta che vediamo un calciatore che comincia a giocare male che comincia a sentirsi male entra in depressione è perché dentro la società stanno giocando con l’economia della famiglia, come giocavano con me. A me l’hanno fatto nel primo contratto, con sette mesi senza pagarmi. Io arrivo alla Lazio gratuitamente, perché fu un regalo che io ho fatto alla Lazio.

Come voi sapete noi stavamo nel Benfica con l’aquila Vittoria che fu la prima che volò nel mondo. Ho lavorato con Trapattoni anche. Arrivai per fare un regalo alla Lazio perché Andrea Pesciarelli, giornalista, lo vide in una visita guidata al Da Luz. E quando è venuto piangendo vicino a me a fare la foto gli ho detto che l’ho visto molto emozionato. Lui mi ha detto: ‘Io sono italiano, mi sono innamorato di ciò che ho visto. Sono della Lazio ,sono tanto emozionato’. Le sue lacrime mi hanno contagiato e gli ho detto che se mi avesse messo in contatto con la società avrei regalato un volo alla Lazio. Fu l’amore di un tifoso che mi ha fatto andare alla Lazio, non quello che dice lui. Dopo si è seduto con me a un tavolo a negoziare e devo dire che durante la negoziazione si è addormentato sulla sedia, è stata anche una mancanza di rispetto dal primo momento. Russava davanti a me, questa è la metodologia che utilizza questo personaggio. Dopo, quando abbiamo fatto il contratto di 20.000 euro mensile, nel secondo anno intorno al quarto mese del contratto ha cominciato a non pagare.

Tutti noi abbiamo famiglia e abbiamo spese, abbiamo personale perché anche io ho un staff. Ho iniziato a entrare in un declino economico e per cosa? Per far sì che poi l’altro, il suo boia, Armando Calveri ti metta un contratto avanti di 10.000 euro e ti dice che questo è il nuovo contratto. Tu ti lamenti per il 50% in meno e ti dice di parlare con il Presidente che, quando poi lo chiami, ti fa ‘Fammi causa! Se non vuoi prendere questo fammi causa che quello che ti devo lo prendi tra tanti anni’. Ti prende con l’acqua alla gola e innamorato della Lazio, perché il problema è anche che la Lazio ti arriva al cuore. Dopo lui evidentemente gioca con questo sentimento, tu firmi il contratto ed è la cosa peggiore. A quel punto lui sa che vuoi rimanere alla Lazio. Poi ha smesso di pagare peri altri cinque mesi in epoca di Covid. Questo è ciò che ha fatto con me e questo è ciò che fa lui con tutti, ma questa è la parte meno importante di tutto ciò che uscirà perché la parte più pesante sta per arrivare.

Tante volte gli ho detto che è una vergogna che siamo oggi una grande società, un grande club, con la tifoseria migliore e loro non hanno diritto ad avere dentro i negozi un piccolo spazio per tenere anche le loro magliette, della tifoseria. E lui: ‘No, perché loro mi hanno minacciato’. Ma questo è già il passato, viviamo il presente. Ma lui poco a poco vedeva che io cercavo di essere laziale e questo è ciò che mi ha condannato. Non è curioso che il marketing non abbia fatto un pupazzo di Olympia? Avete visto mai un pupazzo o una sciarpa di Olympia? Non è normale no? Perché Olympia era il simbolo della Lazio, ma a lui non interessava anche perché Olympia non era sua.

Quello che voglio dire è che sono arrivato nella società più bella in quanto a tifoseria, ma anche in una società che è piena di ladri. Perché quando fai questo con un contratto tu stai rubando. Che lui non venga visto come una persona intelligente: non è niente intelligente, ma è un furbo, un furbo si approfitta della vita della persona. Io ho visto tante lacrime ai calciatori, ho visto situazioni che anche lo volevano menare. Non era per le minacce, ma perché va per l’Italia spaccando tante case di famiglia. Io non voglio lavorare con questa persona all’Olimpico. Mi spezza il cuore per i bambini, ma io non mi voglio avvicinare a lui.

Perché sono a Formello? Perché in 15 anni non ha fatto nessuna voliera per Olympia. Dovevo metterla a dormire con me, subendo la puzza degli escrementi. Perciò sta nell’a stanza con me, non è che io sto barricato: sto dando attenzione a Olympia e a Flaminia. Dopo l’operazione l’altro giorno mi voleva cacciare via come se fossi un delinquente. Mi ha mandato la Digos, io ero nel letto nudo con il pene eretto per l’operazione e sono entrati 5 o 6 poliziotti. Loro stavano facendo il loro lavoro, lui aveva detto che io mi ero barricato ma era una cavolata. L’ho detto al commissario che avevo inviato il certificato per una durata di 30 giorni. E dopo averlo mostrato anche a loro non potevano fare nulla. La legge italiana prevede prima di tutto la salute. Io non me ne vado ora: la legge mi dica che me devo andare, quella è la stanza di Olympia da 15 anni. Quando troverò una casa e avrò una vita organizzata andrò.

Io non ho paura di nessuno, sono un uomo che va con la verità e tutto il mondo mi ha detto di fare attenzione perché lui ha tanta influenza. Lo so, è un senatore, ma non ho paura di nessuno. Io vado con la legge, conosco tutti con nome e cognome, la Lazio deve liberarsi di questa persona perché lui non può essere presidente della Lazio per tutto il danno che fa nel tema calcistico e sportivo. C’è una federazione che deve sapere tutto e deve regolare questa situazione, lui si approfitta di tutto questo e questo non può continuare così. Mi farà 20.000 denunce? Non importa, io sono un martire della Lazio e farò tutto il possibile con tutto quello che so per cacciare questa persona da presidente della Lazio. Io l’ho rispettato sempre al 100% perché io rispetto le persone, ma quel che ha fatto con noi durante tanti anni è inammissibile e ora lo ha fatto anche con me.

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Poi c’è un tema di fondo che quando verrà fuori capirete perché ce l’ho tanto con lui. L’altro giorno ho detto a Fabiani a Bianchi e alla signora che per favore dovevo parlare con il presidente. Ho chiesto scusa e mi sono seduto con lui ma abbiamo cominciato di nuovo a litigare per le stesse situazioni, quindi questo deve avere un finale definitivo. Guardate ciò che ha fatto anche con la mia vita, che cattiverie. Non solo ho chiesto scusa, mi sono pentito, ma lui ha continuato a diffamarmi come se io fossi un stronzoSarà la legge a dire la parola fine, non ho paura di questo tipo di personaggi ce hanno influenza. Io denuncerò il presidente Lotito e tutti quelli che credo siano implicati in ciò che uscirà. Ci sarà una indagine, trasmetterò quello che so con le prove, non è che sto inventando. No, no, no. Io presenterò le prove e dopo la giustizia italiana comincerà il suo percorso, perché io sono sempre stato con la giustizia”.



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