Il 10 gennaio 2025 il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani ha incontrato il capo del nuovo governo siriano Ahmad al-Sharaa e il ministro degli Affari Esteri Hassan al-Shibani a Damasco. L’Italia mira a favorire diverse riforme economiche e sociali in Siria e a dare fiducia al nuovo governo, fungendo da ponte tra la Siria e l’Unione Europea.
Dopo più di un decennio di allontanamento diplomatico, nel mese di luglio 2024 l’Italia ha riaperto la propria ambasciata a Damasco. Ciò ha implicato un grande cambiamento nella politica estera tra Italia e Siria e ha contribuito ad ammorbidire le relazioni tra la Siria e la maggior parte delle nazioni occidentali, tese a causa della guerra civile siriana e delle diffuse violazioni dei diritti umani commesse dal precedente regime di Bashar al-Asad.
La decisione dell’Italia è stata motivata da un mix di considerazioni geopolitiche, umanitarie e strategiche e fa riferimento al piano Mattei, dottrina diplomatica delineata dal governo di Giorgia Meloni. Tale piano consiste in un approccio alla politica estera progettato per migliorare l’influenza dell’Italia in Africa e nella regione del Medio Oriente attraverso progetti di sviluppo collaborativi. Questa strategia mira ad affrontare sia il tema dell’immigrazione illegale che le esigenze energetiche dell’Italia, offrendo soluzioni sostenibili a lungo termine che recherebbero vantaggi sia all’Italia che ai suoi partner regionali.
Ristabilire relazioni diplomatiche con la Siria significa impegnarsi direttamente con il governo siriano, creando canali di dialogo, aiuti umanitari e sostenendo anche il processo di transizione politica del nuovo governo capeggiato da Ahmad al-Sharaa. Inoltre, l’Italia riconosce che le ripercussioni regionali del conflitto siriano, come la crisi dei rifugiati e l’ascesa di gruppi estremisti, richiedono una strategia che vada oltre l’intervento militare e comprenda anche aiuti umanitari e una promozione dello sviluppo economico e sociale. L’impegno diplomatico con la Siria dovrebbe promuovere la stabilità nel paese e mitigare l’impatto umanitario sui paesi vicini e sull’Europa.
Come riportato dal ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, l’intenzione dell’Italia di ristabilire un legame diplomatico con la Siria ha anche il fine di prevenire un monopolio e una sempre più crescente influenza della Russia in Siria e in Medio Oriente.
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani si è recato a Damasco il giorno venerdì 10 gennaio, dove ha avuto la possibilità di incontrare il nuovo capo dell’amministrazione siriana Abu Mohammad al-Jolani, conosciuto anche come Ahmad Al-Sharaa, e il ministro per gli Affari Esteri siriano Hassan Al-Shibani.
Gli incontri hanno consentito al Ministro Tajani di confermare l’impegno dell’Italia nel sostenere il processo di transizione politica in Siria, dopo più di un decennio di guerra civile e la fine del brutale regime di Bashar al-Asad. Tajani ha affermato che l’Italia è pronta a fare la sua parte per favorire il processo di riforme politiche ed economiche nel paese e ad accompagnare il processo di pacificazione e ricostruzione del paese al fine di rendere più stabile la regione.
L’Italia vuole essere vicino al popolo siriano e sostenerlo in tutti i settori e per fare ciò, secondo il ministro, è necessario rilanciare la cooperazione economica e culturale tra la Siria e l’Italia. In questo modo l’Italia mira ad avere una funzione di ponte tra il nuovo governo siriano e l’Unione Europea, con la speranza che altre potenze europee seguano il suo modello di riappacificazione con la Siria. L’Italia è dunque pronta a sostenere la ripartenza economica e sociale di un Paese mediterraneo ricco di storia e legami con l’Italia.
Secondo quanto riportato dalla Farnesina, il ministro Tajani al termine della sua visita ha incontrato anche gli esponenti delle comunità cristiane siriane, i rappresentanti della società civile, gli operatori umanitari e una delegazione italiana presente sul territorio. Infine, il ministro ha fatto visita alla moschea degli omayyadi di Damasco, uno dei luoghi più simbolici del paese. Nel viaggio di rientro da Damasco ha poi fatto tappa a Beirut per congratularsi con il neopresidente libanese Joseph Aoun.
Nel corso degli incontri sono stati discussi diversi obiettivi futuri che daranno vita ad un nuovo corso di relazioni politiche, diplomatiche e di amicizia tra Italia e Siria. Secondo Tajani il capo dell’amministrazione siriana al-Sharaa è ben propenso al dialogo con l’Italia. Durante l’incontro tra Tajani e il ministro degli Affari Esteri siriano al-Shibani, particolare attenzione è stata dedicata a come poter favorire un processo politico inclusivo nel paese levantino, che garantisca in un futuro prossimo le libertà fondamentali di tutti i siriani a prescindere dalla loro religione e appartenenza politica.
Il ministro italiano ha parlato di una futura collaborazione tra Siria e Italia in settori cruciali come energia, infrastrutture e salute; inoltre ha affermato che potranno essere avviate collaborazioni culturali tra le università dei due Paesi.
Nelle discussioni è stato affrontato anche il tema della sicurezza e delle necessità socioeconomiche in Siria, in seguito al lungo conflitto civile che ha colpito il paese a partire dal 2011. A questo proposito il ministro Tajani ha annunciato un pacchetto di nuovi interventi di cooperazione allo sviluppo sul territorio siriano, che vedranno coinvolte le organizzazioni della società civile italiana. L’Italia dal 2019 ha previsto uno stanziamento medio anno di oltre 40 milioni di euro per la popolazione siriana e per i rifugiati nei Paesi limitrofi.
Tajani ha infine indicato la volontà di rafforzare il coordinamento con i partner internazionali e le Nazioni Unite anche per quanto riguarda la questione dei numerosi rifugiati siriani in Europa e in Italia, per favorire un loro rientro in Siria su base volontaria e in maniera sicura e dignitosa. Nei prossimi mesi l’Italia si impegnerà, insieme al governo siriano, a combattere l’immigrazione illegale proveniente dalla Siria, che giunge in Europa attraverso la Libia, cercando di disincentivare i traffici di droga e di esseri umani nel Mediterraneo.
Per quanto riguarda il tema delle sanzioni imposte dall’Unione Europea sul paese siriano in risposta alla ripetute violazioni dei diritti umani da parte di al-Assad , il giorno giovedì 9 gennaio Antonio Tajani ha presieduto, a Villa Madama a Roma, una riunione del formato “Quint” sulla Siria dove hanno partecipato il segretario di stato statunitense Antony Blinken, la rappresentante della politica estera dell’UE Kaja Kallas e i funzionari di Regno Unito, Francia e Germania. Da quanto emerso durante questa riunione, Tajani sembra voler aprire un percorso per trovare una soluzione alla questione delle sanzioni. Infatti, con la caduta del regime di Bashar al-Asad e l’istituzione del nuovo governo in Siria, la situazione politica del paese è cambiata e, secondo il ministro degli Affari Esteri italiano, la politica sanzionaria europea verso la Siria va a sua volta modificata al fine di permettere la ripresa economica del paese. Parlando ai giornalisti prima dell’incontro con al-Sharaa, Tajani ha affermato che in seguito ai nuovi avvenimenti politici in Siria occorre cogliere i segnali incoraggianti che arrivano da questo paese e sostenerlo anche economicamente. L’Italia è dunque disposta a fare passi avanti al fine di revocare le sanzioni che gravano sulla Siria.
Come reso noto dalla Direzione delle Comunicazioni della Presidenza della Repubblica Turca, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nel corso di una conversazione telefonica con il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, ha riconosciuto che l’Italia potrebbe guidare il processo di revoca delle sanzioni alla Siria post-Assad, facilitando così la ricostruzione del Paese. Nonostante l’esplicita volontà dell’Italia di revocare le sanzioni, non è però certo il parere delle altre potenze europee su questo tema e la diponibilità dell’Unione Europea nel revocare le sanzioni contro la Siria. Di conseguenza, il futuro della Siria in relazione alle sanzioni rimane per il momento incerto.
L’Italia viene considerata un Paese che può giocare un ruolo fondamentale in Siria nel prossimo futuro sia per la stabilità che per la crescita economica del paese. La nuova classe politica siriana sembra dimostrare grande interesse per gli obiettivi discussi con Tajani. Il ministro Al-Shibani ha annunciato di guidare a breve una delegazione di alto livello per un tour europeo che comprenderà anche l’Italia e ha affermato il fermo impegno per i diritti umani di tutti i siriani.
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