Le cantine piemontesi spingono per un’Anteprima regionale dei vini. Ma serve accordo tra i consorzi



Tra le novità dell’ultima edizione di Grandi Langhe, l’evento promozionale del vino piemontese, c’è stata anche la sala dedicata ai giornalisti. Obiettivo: degustare con comodità, lontano dalla calca dei visitatori, i vini messi a disposizione dalle aziende partecipanti, specie le ultime annate, ma anche le annate precedenti, con uno sguardo retrospettivo. Una novità fine a se stessa o c’è di più? Il riferimento ad un Grande Piemonte lasciano pochi dubbi.

La sala per la stampa a Grandi Langhe 2025

L’idea di un’anteprima dei vini del Piemonte

Una novità che, secondo alcuni, potrebbe aggiungere a Grandi Langhe, concepita per favorire affari con i buyer, una vera e propria anteprima riservata alla stampa, simile a quelle che, per esempio, si svolgono a novembre a Montalcino (Benvenuto Brunello) e a febbraio in Toscana (Chianti Classico Collection e le altre). A dire il vero, da diversi anni il consorzio Albeisa – che riunisce una parte delle aziende del Barolo e del Barbaresco intorno all’uso della medesima bottiglia – realizza già Nebbiolo Prima, una piccola anteprima con un gruppo selezionato di giornalisti e bottiglie coperte per garantire la massima distanza critica da parte degli assaggiatori. Un evento che si svolge ad Alba, centro vitale e punto di riferimento delle principali denominazioni a base nebbiolo, nei giorni immediatamente precedenti al mega manifestazione di Torino, e raccoglie meno della metà delle aziende presenti quest’anno a Grandi Langhe e un numero assai circoscritto di esponenti dei media specializzati sul vino. Una iniziativa che, però, negli ultimi anni, è quasi sparita dai radar dei media. Sulla necessità di realizzare un’anteprima più significativa e sui rapporti tra le due manifestazioni abbiamo raccolto il parere di alcuni dei produttori presenti a Grandi Langhe.

Il ruolo di Nebbiolo Prima

Anna Maria Abbona, titolare dell’azienda omonima e produttrice storica della zona di Dogliani, resta molto legata alla tradizione: «Nebbiolo Prima finora è stato importante perché ha portato i giornalisti ad immergersi nel territorio con la sua cucina, il suo dialetto e il vissuto quotidiano. L’idea di portare i giornalisti in Langa e visitare le cantine resta ancora molto importante». Secondo Walter Abrigo, titolare di Abrigo Fratelli nell’enclave di Diano d’Alba, «la Sala stampa è molto utile, ma mi pare troppo presto per fare un’anteprima, semmai può diventare un’anteprima delle fiere. Nebbiolo Prima rimarrà dedicata a Barolo, Barbaresco e Roero. Grandi Langhe è più commerciale».

Anna Maria Abbona

Aperti al cambiamento

Ma le critiche nei confronti di Nebbiolo Prima non mancano. «È un evento limitato. Grandi Langhe nasce per accogliere richieste che Nebbiolo Prima non è in grado di accogliere. Dipenderà dalle scelte del consorzio, ma Nebbiolo Prima si è molto ridimensionato, di Grandi Langhe si parla di più», confessano Monica e Daniela Rocca, dell’azienda Albino Rocca a Barbaresco. Anche la voce dei giovani è in controtendenza. «La sala stampa con il servizio dei sommelier al tavolo mi pare un’ottima idea. Sono stata a Wine Paris e ho visto nella pratica proprio questo schema. Ho chiesto perché e mi hanno detto che è comodo assaggiare a parte in autonomia e non al banco dei produttori», racconta Michela Adriano, produttrice ad Alba, una delle animatrici del gruppo delle Sbarbatelle. Per Sara Morra, titolare della cantina Pierpaolo Grasso a Neive, «Alba è diventata troppo piccola. Crediamo molto in questa manifestazione a Torino: è già il quinto anno che partecipiamo. A Nebbiolo Prima non abbiamo mai partecipato. Se sarà travolta da Grandi Langhe va bene così, non ne abbiamo mai sentito l’esigenza».

Giulia Andriulo, manager di Pelissero a Treiso, conferma: «A Nebbiolo Prima non partecipiamo mai perché non diamo subito l’annata: per noi è un valore aggiunto uscire più tardi. Sarebbe interessante spostare Nebbiolo Prima all’interno di Grandi Langhe». Stessa posizione per Elisa Mollo di Grasso Fratelli, un’altra azienda di Treiso: «Grandi Langhe può diventare l’anteprima. Ma per le aziende è anche bello scegliere quali annate offrire in degustazione. Non è così ovvio. Nebbiolo Prima avrebbe dovuto far questo e si sta un po’ perdendo. Nel migliore dei mondi possibili dovrebbero mettersi insieme i diversi consorzi. Ma servono almeno quattro giorni di tempo».

Monica e Daniela Rocca

La voce dei barolisti

Tra i barolisti parla Lorenzo Fontana, ultima generazione dell’azienda guidata da Livia Fontana a Castiglione Falletto: «Nebbiolo Prima con l’anteprima e Grandi Langhe con la retrospettiva: il rischio di avere un doppione esiste. Alla fine è inevitabile: una delle due è destinata a perdere». Per l’azienda di Mauro Sebaste, sita nel paese di Gallo, parla la figlia Sylla: «Noi non partecipiamo a Nebbiolo Prima: non giustifica l’investimento. L’idea della sala stampa a Grandi Langhe è utile. Le due manifestazioni si accavallano ma è giusto così. Avrebbe senso unire le forze per unire e potenziare i due eventi». Luisella Corino e Paolo Manzone, dell’azienda Paolo Manzone a Serralunga d’alba, hanno le idee molto chiare: «Grandi Langhe dovrebbe assorbire Nebbiolo Prima e diventare l’anteprima ufficiale». Paolo Boffa di Amalia Cascina in Langa, con sede a Monforte d’Alba, sottoscrive: «Grandi Langhe diventerà più importante di Nebbiolo Prima».

Sylla Sebaste

Nebbiolo Prima, una formula che non funziona più

Il Roero è meno celebre di Barolo e Barbaresco, ma è ormai un pilastro ineludibile del mondo nebbiolista. Carlo Casetta e Martina Zavattin, titolari di un’azienda nel territorio di Montà, sulla riva sinistra del Tanaro, spiegano: «Per noi Grande Langhe è l’evento meglio riuscito, anche dal punto di vista della logistica. Nebbiolo Prima è una cosa a parte, non è aperto a chi non usa l’albeisa e impone troppi paletti. Non sappiamo chi degusta i vini, né che impressione hanno i giornalisti che hanno assaggiato. Da lì non esce nulla sulla stampa e ti perdi tutto». La ‘sentenza’ è netta: «È una manifestazione che non vale il costo di 500 euro: per noi è una spesa senza ritorno. All’interno di Grandi Langhe l’anteprima può avere più appeal. Chi va in sala stampa poi può venire qui al banco per conoscerci direttamente».

Un orientamento condiviso anche da Loredana Rivetti, guida della Mario Rivetti Cascina Serre, nel territorio di Alba: «Grandi Langhe dovrebbe essere l’Anteprima. Apprezzo la lungimiranza e la visione di Sergio Germano: fare un grande evento del Piemonte con l’anteprima di Barolo e Barbaresco. È giusto così, del resto Barolo e Barbaresco tirano tutti gli altri». Poi aggiunge: «La nostra cantina ha sede in Alba, ma noi non possiamo partecipare a Nebbiolo Prima perché non abbiamo vini che ricadono sotto la docg. Nebbiolo Prima inoltre è legato alla bottiglia albeisa. È un evento esclusivo, una bella fetta di aziende è tagliata fuori. Invece, spostare l’anteprima qui a Grandi Langhe sarebbe una bella occasione: i consorzi devono parlarsi».

Martina Zavattin e Carlo Casetta

Una grande opportunità per le denominazioni minori

Massimo interesse arriva dalle denominazioni minori che partecipano per la prima volta al mega evento di Torino. «Sì, Grandi Langhe può diventare l’anteprima con i giornalisti. Soprattutto per le denominazioni più piccole che non hanno altre opportunità», ammette Mauro Roggero, viticoltore nel territorio della doc Albugnano. «Se si ragiona a livello collettivo è meglio che Grandi Langhe assorba Nebbiolo Prima. È meglio se tutti i produttori si concentrano su questa manifestazione. È una bella opportunità». Sulla stessa lunghezza d’onda è Giulietto Fasoglio di Cascina Quarino nel basso Monferrato: «Grandi Langhe a fine gennaio può diventare l’occasione per presentare sia le nuove annate dei vini giovani sia le annate di fine affinamento. Può diventare una vetrina. Bisognerebbe convincere i langaroli a fare un evento unico».

Marina e Mauro Roggero

La voce dei consorzi

Ma che cosa pensano in proposito i rappresentanti dei consorzi? Sergio Germano, presidente del consorzio delle Langhe che riunisce le denominazioni più celebri, si muove con cautela: «La nostra sala stampa ospita tutti i vini del Piemonte: dal Gavi all’Alta Langa al Dolcetto. Nebbiolo Prima è organizzato dal consorzio di una bottiglia. Non c’è concorrenza, né contraddizione. Il nostro obiettivo è dare ai giornalisti che sono più numerosi di quelli che partecipano a Nebbiolo Prima l’opportunità di degustare le varie annate dei diversi vini seguendo criteri diversi».

Sergio Germano

Più diretto Massimo Damonte, presidente del consorzio Roero: «Trovo geniale l’idea di dare un’opportunità di degustazione ai giornalisti», dice. «Se chi giudica e seleziona ha a disposizione uno spazio per farlo – continua – mi pare un’ottima cosa. Se questa può diventare un’anteprima? Molti se lo domandano. Mi pare un’ottima idea. Cercheremo di affinarla. Sicuramente può funzionare per i bianchi giovani, ma la vedo bene anche per i rossi». Resta il problema di regolare il rapporto con l’evento realizzato ad Alba dal consorzio Albeisa. «Nebbiolo Prima è una cosa un po’ diversa. Nasce come evento rivolto soltanto ai giornalisti e centrato su un solo vitigno, quindi è un discorso un po’ ridotto. Forse è meglio farlo in un periodo diverso. A Grandi Langhe si pensa un po’ più in grande», assicura Damonte. Che poi conclude: «Con una buona organizzazione si può gestire anche il rapporto con Nebbiolo Prima. Quella manifestazione è molto esclusiva, rivolta soltanto a grandissimi professionisti. L’assaggio alla cieca è una cosa importante, ma serve che scrivano tutti. Bisogna creare un’atmosfera che non crei competizione: sono due idee che possono viaggiare insieme».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link