Tre indizi forse non fanno una prova, ma sono sicuramente un importante campanello d’allarme. Il 10 febbraio è ormai passato, però le polemiche sulle Foibe non si stanno spegnendo. Anzi. La sinistra continua ad aprire nuovi e discutibili fronti. Vediamo cos’è successo…
Prima notizia: nove eurodeputati socialisti di Croazia e Slovenia hanno scritto a Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, per chiedere di «annullare immediatamente la mostra sulle Foibe». «La verità storica», hanno aggiunto, «è molto chiara: l’Istria, la costa croata, la Dalmazia e le isole dell’Adriatico sono state liberate con l’adesione volontaria di massa alle brigate partigiane». Alè, viva i guerriglieri di Tito. Lo gridano con orgoglio gli alleati del Pd…
Seconda notizia: a proposito di Pd, la deputata Rachele Scarpa è durissima: «Le notizie emerse sull’aggressione ai danni di uno studente da parte di due militanti di Azione studentesca, organizzazione giovanile legata Fdi, sono gravissime. È l’ennesima conferma di un clima di violenza che trova copertura e complicità nei vertici di chi governa il Paese». E ancora: «È inaccettabile che chi si ispira ai valori antifascisti debba subire attacchi da parte di gruppi che si richiamano esplicitamente a un’ideologia di sopraffazione. Porterò la questione in Parlamento, chiedendo al governodi condannare senza ambiguità questi atti squadristici». Il caso a cui si riferisce la Scarpa risale alla mattina del 7 febbraio, e si è svolto davanti al Liceo Pigafetta di Vicenza. Le cose, però, non sono andate come dice lei. I ragazzi presenti, infatti, hanno riferito che lo scontro è iniziato quando uno studente di sinistra ha tentato di strappare di mano ai militanti di Azione studentesca alcuni volantini dedicati al Giorno del Ricordo. Ne è nata una rissa nella quale il giovane “compagno” ha avuto la peggio. Ora, la violenza è sempre da condannare, ma non sarebbe male, tra un allarme fascismo e l’altro, se i deputati del Pd spiegassero anche ai loro ragazzi che impedire i volantinaggi altrui è sbagliato, è pure quella una violenza, ed è un atteggiamento particolarmente sgradevole se i volantini strappati sono dedicati ai martiri delle Foibe…
Terza notizia: ecco come Giovanni Barbera, membro del comitato politico di Rifondazione comunista, ha commentato le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sul 10 febbraio: «Dispiace dover contestare fermamente le parole di Mattarella, che continua a dare sulla drammatica vicenda delle Foibe una versione mistificata e tossica. Il presidente della Repubblica, allineandosi a quella narrazione revisionista oggi purtroppo prevalente, continua ad accreditare la tesi della pulizia etnica ai danni degli italiani. La verità è ben altra. Approfondire con serietà è l’unico vero modo per rendere omaggio alle vittime innocenti delle Foibe, tra cui non si possono certo annoverare quelle che si macchiarono di gravi responsabilità per gli efferati crimini perpetrati ai danni dei civili e dei partigiani». Insomma, pare di capire che alcuni di quelli che sono finiti nelle Foibe in fondo in fondo se lo meritavano…
Cosa ci dicono questi tre episodi? Bè, ci dicono che sulle Foibe i progressisti vogliono continuare a mandare la palla in tribuna, nascondendo quello che possono nascondere, dando la colpa di tutto ai fascisti e non rinunciando a celebrare i partigiani titini. «Perché mai la sinistra», si chiedeva ieri (giustamente) Antonio Padellaro sul Fatto, «ha consentito che fosse la destra postfascista a egemonizzare la tragedia degli italiani gettati nei grandi inghiottitoi carsici?». Una risposta possibile, purtroppo, è che da una parte della sinistra quegli italiani sono ancora considerati dei nemici…
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