un flop tra controlli inesistenti

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Il primo gennaio 2025, il Comune di Milano ha esteso il divieto di fumo a tutte le aree pubbliche, inclusi i dehors dei locali, con l’obbligo di mantenere una distanza di almeno 10 metri dalle altre persone. L’obiettivo dichiarato era ridurre l’inquinamento e tutelare la salute dei cittadini, ma i primi dati dimostrano che la misura ha prodotto risultati inferiori alle aspettative.

Secondo Arpa Lombardia, il fumo delle sigarette è responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili in città. Tuttavia, nel primo mese di applicazione della norma, sono state elevate appena 19 multe per violazione del divieto, un numero troppo basso per dare credibilità alla regolamentazione.

Il problema dei controlli: chi fa rispettare il divieto?

Uno dei principali limiti del divieto di fumo a Milano è la scarsa applicazione delle sanzioni. Il consigliere comunale dei Verdi, Carlo Monguzzi, ha diffuso i dati ufficiali che rivelano la debolezza dei controlli: appena 19 multe emesse tra il 1° gennaio e il 3 febbraio. Di queste:

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– 12 sono state inflitte a fumatori che si trovavano a meno di 10 metri da altre persone. – 3 multe sono state assegnate per il fumo alle fermate dei mezzi pubblici.
– 4 sanzioni hanno riguardato il fumo in aree giochi per bambini.

Monguzzi si è espresso con toni duri: «La giunta non ha fatto nulla se non un comunicato stampa a fine dicembre. Milano non è affatto smoke free, nonostante quello che si voglia far credere». Secondo il consigliere, il problema principale è l’assenza di controlli rigidi, che di fatto vanifica l’efficacia della normativa.

Un regolamento poco rispettato

Il divieto di fumo è parte del Piano Aria e Clima, approvato nel 2020 con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria. Inizialmente, il regolamento vietava il fumo in luoghi circoscritti come parchi, impianti sportivi, cimiteri e fermate dei mezzi pubblici. Dal 2025, il divieto è stato esteso a tutte le aree pubbliche, con eccezione per gli utilizzatori di sigarette elettroniche.

Secondo le nuove regole, i fumatori devono trovare un luogo isolato per accendersi una sigaretta e rispettare la distanza di 10 metri da chiunque altro. Chi non rispetta la normativa rischia una multa fino a 240 euro.

Nonostante ciò, le sanzioni effettive restano poche, alimentando dubbi sull’effettiva volontà dell’amministrazione di far rispettare il divieto.

Il verdetto del Consiglio di Stato: il divieto è legittimo

A confermare la validità del divieto di fumo è intervenuto anche il Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso di un tabaccaio e di un consumatore di sigarette. La sentenza sottolinea che il regolamento comunale non lede le libertà personali, ma ha come obiettivo principale la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Il Consiglio di Stato ha chiarito: «La misura è finalizzata alla riduzione delle emissioni di particolato PM10 e alla tutela della qualità dell’aria, nel rispetto dei principi comunitari di precauzione e prevenzione». Inoltre, i giudici hanno evidenziato che il regolamento rappresenta un «equilibrio tra le libertà individuali e l’interesse pubblico alla tutela dell’ambiente».

Cosa manca per rendere il divieto efficace?

Perché il divieto di fumo a Milano ha avuto un impatto così limitato? I fattori principali sono:

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– Scarsa informazione: pochi cittadini sono consapevoli delle nuove regole.
– Controlli insufficienti: il numero di agenti incaricati di far rispettare il divieto è esiguo.
– Mancanza di campagne di sensibilizzazione: le autorità non hanno investito abbastanza in comunicazione.

Monguzzi propone un piano di informazione e coinvolgimento dei cittadini, con incontri nelle scuole, palestre, centri di aggregazione e parrocchie per spiegare l’importanza della misura.

«Non si può fare propaganda senza azioni concrete – dichiara il consigliere –. Serve un vero piano di informazione per garantire che i milanesi rispettino il regolamento».

Il futuro del divieto di fumo a Milano

L’amministrazione comunale ha di fronte una sfida cruciale: rendere credibile e applicabile il divieto di fumo, trasformandolo in un cambiamento concreto per la città. Per farlo, è necessario aumentare i controlli, rafforzare la comunicazione e sensibilizzare maggiormente la popolazione sugli effetti del fumo passivo e sull’inquinamento.

Per ora, la misura sembra essere un flop: le multe sono poche, i controlli blandi e la percezione pubblica è che il divieto sia poco più di un annuncio senza conseguenze reali.



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