Adilma Pereira, la «mantide di Parabiago»: i due mariti morti, il terzo complice nell’omicidio del compagno, i 9 figli, i riti «candomblè»

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di
Andrea Camurani

La 49enne è un’abilissima manipolatrice. Il primo marito morto ammazzato in Brasile; il secondo, un boss, conosciuto in carcere e morto in circostanze misteriose; il terzo complice nell’omicidio del compagno.Il 24 febbraio la prossima udienza con altri sette imputati: tutti uomini

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Tutti gli uomini di Adilma: mariti, amanti, amici e parenti, alcuni in carcere, ma vivi. Altri sono morti. Forse — è l’accusa — uccisi, assassinati con messe in scena. Per questo ad Adilma Pereira Carneiro è valso fin da subito l’appellativo di «Mantide di Parabiago», battezzata così dopo l’accusa di omicidio premeditato del compagno Fabio Ravasio il 9 agosto scorso mentre l’uomo rincasava in bici: nessun pirata della strada, bensì un omicidio in piena regola orchestrato con diversi complici, almeno secondo l’accusa sostenuta in un processo in corte d’Assise appena cominciato.

Ma a questa imputazione ora se ne aggiunge un’altra, ipotizzata sempre dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio che indaga dall’estate scorsa. Cioè che la donna sia l’artefice di un altro delitto, l’omicidio del suo secondo marito, Michele Della Malva, pianificato insieme all’ex cognato della vittima, Maurizio Massé, 59 anni, milanese, ai tempi, 14 anni fa, amante della Pereira, e in passato coinvolto in diverse indagini di malavita, e considerato il braccio destro del potente boss di ‘ndrangheta Pepè Flachi




















































Massé è finito in carcere arrestato dai carabinieri della Compagnia di Legnano perché colpito sabato da un fermo di indiziato di delitto firmato dal pm di Busto Ciro Caramore con l’accusa di omicidio, medesima misura che ha riguardato anche Adilma Pereira Carneiro, che si trova già in regime di custodia cautelare per i fatti di agosto. La Pereira, brasiliana, 49 anni, ha avuto in passato grossi problemi con la giustizia per via di un traffico internazionale di cocaina, 13 chili, quantitativo che le spalancò le porte del carcere. E proprio mentre era rinchiusa, nel 2006, durante un incontro nell’ambito di un progetto organizzato da un’associazione che aiuta i detenuti a reinserirsi nella società, ha incontrato l’uomo che sarebbe diventato il suo secondo marito, appunto Michele Della Malva, sposato una volta uscita di prigione. 

Nel 2011 però Della Malva, detenuto per due omicidi, è morto a seguito di un malore mentre si trovava in libertà per un permesso. Questa, almeno, la versione ufficiale. Ma dopo i fatti della scorsa estate la Procura ha rivoltato come un calzino la vita della donna, madre di 9 figli avuti da uomini diversi, persona dalle spiccate capacità manipolatorie, adepta della religione «candomblè» fatta di riti creoli a base di pratiche con interiora di animali, e che prima di arrivare in Italia si è lasciata alle spalle un primo matrimonio finito col decesso del coniuge, fatto di cui si conosce ancora poco se non che si è trattato di un caso di morte violenta, dunque un omicidio, a colpi di pistola.

Forse anche per questo da subito gli inquirenti, dopo la morte nel finto incidente stradale dell’allora compagno della donna, cioè Fabio Ravasio, hanno spostato la lente anche sul decesso del secondo marito vagliando quindi l’ipotesi del «finto malore». Dalle indagini sarebbe difatti emerso che Della Malva è morto in seguito a un’intossicazione per aver ingerito un sacchettino in plastica, di quelli che confezionano i fazzoletti di carta, con all’interno della cocaina. Il movente ipotizzato dagli inquirenti, così come per Ravasio, è di natura economica. I due amanti avrebbero ucciso per intascare il denaro che Della Malva teneva nascosto così da impossessarsi della sua collezione di orologi di valore. La 49enne poi alla morte del marito ereditò anche una villetta nella località turistica pugliese di Vieste, nel Gargano.

Per il fermo di sabato si terranno a giorni gli interrogatori di garanzia dinanzi al gip. Il 24 febbraio invece è prevista la prossima udienza per l’omicidio Ravasio: a processo, con «la Mantide», altri sette imputati. Tutti uomini.


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17 febbraio 2025 ( modifica il 17 febbraio 2025 | 16:01)

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