Vino, una nuova proprietà per la cantina Pala di Serdiana. Lia Tolaini: “Fedeli alle radici ma con diverse novità. E il futuro sarà bio”

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di Andrea Tramonte

“Il vino si fa in vigna”, dice Lia Tolaini, titolare dell’azienda in Toscana che porta il suo cognome e oggi neo-proprietaria della cantina Pala in Sardegna. Potrebbe sembrare tautologico ma non lo è. Vuol dire che il vino è innanzitutto frutto del suo territorio, della qualità delle sue uve, della salubrità dei suoli. E così il futuro delle bottiglie prodotte a Serdiana sarà sempre più bio, in linea con quelli che la famiglia Tolaini realizza già in Toscana. Si tratta di una delle principali innovazioni che l’imprenditrice porterà all’azienda sarda. L’idea – sua e dei suoi figli – è quella di rimanere fedeli alle radici storiche della cantina, nata 75 anni fa a Serdiana e nota per la produzione artigianale di vini legati al territorio. Ma ci saranno alcune novità, alcune forme di discontinuità necessaria. “In Toscana abbiamo visto cosa vuol dire dedicarsi a una produzione bio: è un cambiamento incredibile ed è anche logico. Ma a volte bisogna sbattere il naso più volte anche sulle cose molto ovvie”, racconta l’imprenditrice a Sardinia Post.

L’accordo di cessione, che include anche l’azienda Mora&Memo fondata da Elisabetta Pala nel 2011, è stato siglato lo scorso ottobre. “Abbiamo preso questa decisione in pieno accordo con la mia famiglia – ha commentato Mario Pala, l’ex patron dell’azienda, al momento della firma -. Collaboriamo con Lia Tolaini da più di vent’anni, ed è una persona che conosce profondamente la nostra realtà e apprezza l’amore per la Sardegna. Siamo sicuri che sotto la sua guida, Pala potrà raggiungere nuovi e ambiziosi traguardi”. L’obiettivo della nuova gestione sarà di preservare il carattere artigianale e territoriale della produzione, con particolare attenzione alle uve “identitarie” e meno conosciute a livello internazionale come il Nuragus e il Monica.

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Tolaini ha anticipato che ci saranno alcune innovazioni, tra cui l’ampliamento dei vigneti con l’impianto di nuove varietà e una rinnovata attenzione alla sostenibilità. L’obiettivo è impiantare circa venti ettari di nuovi vigneti e adottare cambiamenti nelle tecniche di coltivazione. Inoltre, la cantina sarà dotata di pannelli solari e si punterà su vetri riciclati e leggeri per le bottiglie, a favore di un approccio sempre più sostenibile. “Un passo alla volta – precisa l’imprenditrice -: ci vorrà tempo perché il progetto prenda forma”. Sul tema bio interviene anche Fabio Angius, confermato amministratore delegato anche con la nuova proprietà. “La Sardegna ha dei vantaggi sul pinao climatico rispetto alla Toscana – spiega – e anche chi fa vini ‘tradizionali’ con trattamenti in vigna ne fa molti meno rispetto al Nord Italia. Siamo molto avvantaggiati da questo punto di vista”.

Tra le novità c’è l’idea di fare della cantina non solo un centro produttivo ma anche un luogo d’accoglienza per enoturisti e appassionati. Tolaini, che già in passato ha portato gruppi di visitatori americani in Sardegna, punta a incrementare il flusso turistico, facendo conoscere il territorio e il vino sardo a una rete di buyer e giornalisti provenienti da mercati chiave come Germania, Svizzera, Austria e Asia. “La Sardegna ha tantissimo da raccontare, e le persone devono venire qui per scoprirla. La bellezza del territorio è incredibile e va valorizzata. L’esperienza che vogliamo offrire in cantina e nei vigneti deve lasciare un ricordo indelebile a chi visita”. Nonostante l’espansione dei vigneti e l’avvio di nuovi progetti, la dimensione “familiare” di Pala resterà centrale, con l’aggiunta di nuovi interventi strutturali e l’apertura magari di un’enoteca che rappresenterà un punto di riferimento per il territorio di Serdiana. “Un passo alla volta – ribadisce Tolaini – ci dedicheremo al rinnovamento della cantina e all’accoglienza, cercando sempre di mantenere lo spirito di questa straordinaria azienda”.

Elemento di continuità tra le due gestioni è l’amministratore delegato Fabio Angius, confermato alla guida di Pala. “Sono qui da 25 anni e conosco benissimo anche la nuova proprietà. Condividiamo l’idea che il vino non si vede ma si racconta e che il vino deve raccontare la Sardegna. Una cosa che mi piacque moltissimo di Lia fu quando l’ho conosciuta 20 anni e iniziai a portarla in giro per l’Isola: non le interessava la villa al mare in Costa Smeralda ma era curiosa delle tradizioni, dell’archeologia, dei costumi”. Angius racconta di come la nuova proprietà non abbia intenzione di stravolgere tutto. “Si è innamorata del Nuragus, del Monica, del Bovale. E Tolaini vuole una bottiglia interamente basata su quello che si produce in azienda e non approvvigionarsi da nessuna parte. Vuole avere tutto sotto controllo, in primis la qualità del vino che facciamo”. 





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