Cisl Bergamo, nel 2024 superate ancora le mille vertenze

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Bergamo. Nel 2024 sono stati oltre 1.500 i lavoratori assistiti dall’Ufficio Vertenze della Cisl di Bergamo, che ha ‘riportato’ nelle tasche di dipendenti alle prese con licenziamenti ingiusti, crisi d’impresa, paghe non corrette o richieste di danni più di 5,3 milioni di euro.

L’Ufficio ha gestito 1.041 vertenze (in leggero incremento rispetto all’anno precedente) e 149 procedure di crisi d’impresa, pratiche cresciute di oltre il 40%. In totale i lavoratori assistiti sono stati 1.587. Il recupero delle somme dovute ai lavoratori è cresciuta di oltre il 6% e sulla somma complessiva 2,2 milioni riguardano i risarcimenti per vertenze individuali, mentre i restanti 3,1 quelli per fallimenti e procedure concorsuali. In crescita anche il ‘recuperato’ medio per vertenza, 2.142 euro, il 7% in più rispetto al 2023.

Il grosso dell’attività degli sportelli di via Carnovali ha riguardato il mancato pagamento o pagamento non corretto della retribuzione (72%), poi, il 10,5% è relativo a pratiche sui licenziamenti. Il 9,6% delle vertenze si è aperto per risarcimento dei danni, grazie alle iniziative dell’Ufficio nella tutela dei lavoratori che è intervenuto in quasi un centinaio di casi, richiedendo il risarcimento per l’irragionevole lunghezza della procedura fallimentare ex Legge Pinto.

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Secondo Alberto Citerio, responsabile della struttura della Cisl provinciale, “è rilevante l’aumento delle procedure per crisi d’impresa (+40%, ndr). La tutela delle lavoratrici e dei lavoratori nostri associati passa anche attraverso il risarcimento dei danni, qualora le procedure giudiziali si prolunghino oltre una ragionevole durata come stabilito dalla Corte di Giustizia Europea e recepita nelle nostre norme”.

Il settore maggiormente coinvolto dall’attività del 2024 è ancora una volta quello del terziario e commercio, che ha impegnato gli operatori dell’Ufficio per il 37% dei casi. Seguono il metalmeccanico (20,5%), l’edilizia con il 15% ed i trasporti (13%, in crescita costante). “Ancora una volta i settori più esposti alla vertenzialità ed al contenzioso sono i cosiddetti lavori poveri – continua Citerio -, spesso soggetti agli appalti, come i multiservizi, i trasporti, la manovalanza in edilizia, la logistica e la ristorazione”.

Per quanto riguarda i settori coinvolti nelle crisi d’impresa, ancora il terziario al primo posto con il 36%, poi Metalmeccanico, Edilizia, Tessile e Chimico e Trasporti.
Gli uomini rappresentano ancora la grande maggioranza delle pratiche con il 61,32%, ma il numero delle donne è in crescita rispetto al 2023 sia in termini percentuali che in termini assoluti: 634 assistite nel ’24 contro le 550 del ’23.

“Osserviamo con interesse l’evoluzione di questi dati che ci dicono che, nelle vertenze, le donne sono alla ricerca di quelle tutele che per troppo tempo sono mancate – conclude il responsabile dell’Ufficio -, relegando il lavoro femminile ad un ruolo di subalternità nel mondo del lavoro”.

Una novità anche rispetto alla nazionalità: gli italiani sono il 67,3% nel 2024 ma in calo rispetto al 2023 (71%). Tra gli stranieri, le nazionalità che più incontriamo all’Ufficio Vertenze sono quelle di Marocco, Albania, Senegal, Romania, Egitto.

“Quello dell’Ufficio Vertenze – dice Luca Nieri, segretario Cisl Bergamo – è un servizio importante, al quale la CISL affida un compito assolutamente indispensabile, svolto da personale altamente preparato che assiste persone in situazioni di assoluta difficoltà, dove spesso mancano le conoscenze personale per potersi muovere e orientare”.

“Troppo spesso – continua Nieri – l’attività dell’Ufficio Vertenze arriva a cogliere situazioni di illegalità, di elusione contrattuale o di discriminazione che in troppi luoghi di lavoro tuttora persistono. È un lavoro importante, capace di individuare gli elementi di criticità e fragilità, che in un numero di volte sempre intollerabile tocca il mondo del lavoro femminile o quello degli stranieri, perché, purtroppo, il genere e la provenienza sono incredibilmente ancora elementi che portano a subire maggiori ingiustizie. Un dato ancora in crescita, che continua a preoccuparci”.

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