Nuovo “Testo Unico” del turismo in Toscana: Federalberghi contro l’impugnativa

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Con una nuova legge regionale, del 31 dicembre 2024, Regione Toscana ha introdotto un nuovo “Testo Unico” del turismo, riorganizzando e aggiornando la normativa del settore. Una legge che, però, potrebbe essere impugnata provocando l’opposizione di Federalberghi. «Il nuovo Codice del Turismo della Toscana rappresenta il modello regionale di legislazione turistica più avanzato in Italia. Sarebbe un vero errore se il Governo lo impugnasse, come propone di fare il Ministero del Turismo», ha detto il presidente di Federalberghi Toscana-Confcommercio Daniele Barbetti

Federalberghi contro l‘impugnativa del nuovo “Testo Unico” del turismo di Regione Toscana

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Cosa dice il nuovo “Testo Unico” del turismo

Tra le principali modifiche, viene rafforzato il ruolo dei Comuni e delle Comunità di ambito turistico, con un focus sulle funzioni amministrative e la promozione a livello locale. La Regione, tramite Toscana Promozione Turistica e Fondazione Sistema Toscana, assume un ruolo centrale nella gestione del marketing turistico, compreso il turismo digitale. La normativa distingue chiaramente le diverse tipologie di strutture ricettive, come quelle alberghiere ed extralberghiere, con disposizioni specifiche sui servizi offerti e sulle modalità di gestione.

Gli alberghi, per esempio, potranno offrire nuovi servizi, come aree per lo smart working e spazi per attività ludico-motorie, mentre avranno la possibilità di collaborare con università e enti di ricerca. La legge introduce anche una regolamentazione per le locazioni turistiche, consentendo ai Comuni ad alta densità turistica di adottare specifici regolamenti per le locazioni brevi. È previsto un inasprimento delle sanzioni per le violazioni delle normative, mentre i contratti collettivi nazionali del settore turistico dovranno essere applicati nelle attività del comparto.

Infine, la legge prevede disposizioni transitorie per le strutture esistenti, consentendo loro di continuare a operare fino al 2026 con facilitazioni per il mutamento di destinazione d’uso, che non comporterà oneri urbanistici, se non sono previsti lavori edilizi. L’aggiornamento normativo intende garantire maggiore chiarezza e rispondere alle esigenze di un settore in costante evoluzione.

Federalberghi: no all’impugnativa

Federalberghi ha condiviso la posizione della regione Toscana, che ha preannunciato l’intendimento di opporsi in tutte le sedi a un’eventuale impugnativa del nuovo codice del Turismo, recentemente adottato dal consiglio regionale: «Se il Consiglio dei ministri dovesse accogliere la proposta di impugnativa, commetterebbe un doppio errore.Questo perché si scaglierebbe contro le regole di buon senso e le proposte innovative contenute nel codice regionale, che finalmente prevede parità di regole per i soggetti che operano sullo stesso mercato. E anche perché minerebbe le competenze che la Costituzione riconosce alle regioni in materia di turismo».

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«Alla base dell’impugnativa – conclude la nota – sembra esservi un’estemporanea convinzione secondo cui la sacralità della proprietà privata impedirebbe ogni forma di regolamentazione dell’esercizio delle attività ricettive all’interno delle civili abitazioni, senza peraltro considerare che anche le strutture ricettive alberghiere sono di proprietà privata e meritano adeguata tutela. Tutela che, invece, viene loro negata con il paradossale effetto di favorire il dilagare delle attività abusive e della concorrenza sleale».

Federalberghi: stesso mercato, stesse regole

Barbetti, in particolare, sottolinea come la risoluzione regionale vada nella direzione di tutelare un mercato in cui troppo spesso si sono registrate disuguaglianze: «Con il nuovo Codice del Turismo, la Regione Toscana ha messo nero su bianco quella che per noi è una regola d’oro, ovvero “stesso mercato stesse regole”, ponendo un freno alla concorrenza sleale e riaffermando il valore del fare impresa in un settore che finora ha visto fin troppo pressapochismo”, aggiunge Barbetti, “anche nel turismo, sono le imprese a creare vero valore per il territorio, per la ricchezza e per l’occupazione che producono».

«Tra le disposizioni contestate – conclude il presidente – figura, ad esempio, l’articolo 22 del Codice, che consente alle imprese alberghiere di associare nella gestione anche gli appartamenti ubicati nelle vicinanze. Ci auguriamo che non si intenda ostacolare la possibilità di sviluppare l’offerta ricettiva legale e trasparente, mentre non si muove un dito nei confronti delle migliaia di soggetti che sotto le mentite spoglie delle locazioni brevi esercitano abusivamente l’attività alberghiera».

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