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Il convegno sulla riforma degli organi collegiali di scuola che si è tenuto a Roma al Centro Congressi di Via dei Frentani 4, lo scorso 19 febbraio per l’intera giornata ha fatto registrare una forte sintonia fra i rappresentanti delle associazioni che sono intervenuti sull’argomento in discussione.
La “Dichiarazione di intenti”, che è stata sottoscritta dalle Associazioni e dal nostro sindacato e di cui abbiamo dato ieri notizia, ha siglato il successo del confronto molto serrato che si è svolto nella mattinata
Oltre la presentazione di Gianni Carlini, dell’Ufficio di Presidenza nazionale di Proteo Fare Sapere, e la relazione introduttiva tenuta per il Centro nazionale FLC CGIL da Armando Catalano, significativi sono stati tutti gli interventi degli esponenti delle associazioni professionali dei Docenti, delle organizzazioni studentesche e dei genitori: Esther Flocco, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), Giuseppe Bagni, del Centro Iniziativa Democratica Insegnanti (CIDI), Anna D’Auria, Delegata alle politiche scolastiche del Movimento Cooperazione Educativa (MCE), Massimo Baldacci, Presidente nazionale di Proteo Fare Sapere, Paolo Notarnicola, Coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi (RdS), Tommaso Martelli, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti (UdS), Angela Nava, Presidente nazionale del Coordinamento Genitori Democratici (CGD).
Tutti hanno concordato sulla necessità di tenere fermi i principi ispiratori di democrazia a partecipazione dei Decreti Delegati del 1974 apportando le necessarie revisioni che devono essere fatte in connessione con il rilancio dell’autonomia delle unità scolastiche.
Rilancio e revisione che devono vedere protagonisti i soggetti che più hanno titolo per avanzare proposte anche perché sulle loro gambe qualsiasi riforma dovrà poi camminare.
In modo particolare tutti hanno insistito sul fatto che la questione degli organi collegiali non può essere oggetto di improvvisati decreti, come si evince da una iniziativa legislativa del Governo, assai discutibile nelle sue premesse, nella sua genesi, soprattutto se pensata come semplificazione.
Gli organi collegiali incidono sulla democrazia scolastica e non sopportano semplificazione: occorre una larghissima partecipazione di discussione di massa che duri nel tempo e raccolga proposte e suggerimenti che solo dai docenti, dagli ata, dai dirigenti, dagli studenti, dai genitori, dagli enti locali, possono venire. La politica deve sapere ascoltare e fare sintesi senza torsioni autoritarie e semplificazioni che nella scuola non possono trovare campo.
Analoghi concetti, ma con più specifiche osservazioni e proposte, relative alla loro esperienza quotidianamente fatta nella concretezza della vita scolastica, sono state espressi negli interventi di Luisa Limone, Coordinatrice nazionale del Forum Docenti della FLC CGIL, da Anna Maria Santoro, componente dell’Ufficio di Presidenza nazionale del CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione), da Roberta Fanfarillo, Responsabile nazionale dei Dirigenti scolastici della FLC CGIL.
Nel pomeriggio sono intervenuti gli esponenti delle forze politiche dell’opposizione – On.le Irene Manzi per il Partito Democratico e il Prof. Giuseppe Buondonno per Sinistra Italiana – che hanno manifestato la loro ferma determinazione a seguire con grande attenzione l’iter del ddl 1192 del luglio 2024 che ha incastonato al proprio interno come atto di semplificazione la proposta di revisione degli organi collegiali di scuola e che prevede una rideterminazione dei poteri in relazione alle prerogative della dirigenza scolastica. Tali esponenti hanno anche largamente condiviso i contenuti e le proposte poste all’attenzione del Paese e della politica con il convegno manifestando un forte apprezzamento per la Dichiarazione di intenti firmata dalle associazioni.
Ha concluso i lavori Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, facendo sintesi sulla discussione e sul senso dell’iniziativa che parte da oggi per continuare nelle scuole e nel Paese.
Conclusioni di Gianna Fracassi, segretaria generale FLC CGIL
Abbiamo organizzato il Convegno odierno, nonostante altre urgenze premano sul terreno delle nostre iniziative, quali sono le elezioni delle RSU e i referendum sui diritti sociali del lavoro e sulla cittadinanza, perché abbiamo ritenuto importante richiamare all’attenzione delle forze associative della scuola e delle forze politiche dell’opposizione il tema degli organi collegiali.
Ciò perché dal luglio 2024 è iniziato il percorso di un ddl governativo che, nell’ambito di interventi di semplificazione, si propone di riformare gli organi collegiali della scuola.
Ora, il fatto è che gli interventi di semplificazione dovrebbero avere una funzione strumentale, di facilitazione della macchina amministrativa per migliorarne snellezza ed efficienza; in realtà in questo caso il ddl incorpora delle vere e proprie riforme che incidono pesantemente sulla vita delle persone, in questo caso delle persone che operano nella scuola.
È tema questo che noi non sottovalutiamo perché sugli organi collegiali si rischia di mettere in discussione un modello partecipativo e democratico che semmai va migliorato e sviluppato ma non stravolto, come appare dai criteri definiti dal ddl che sono criteri indefiniti e non perimetrarti, come deve avvenire per i disegni di legge delega quale è quello di cui parliamo.
Questa “impennata” semplificatoria, in realtà di forte torsione autoritaria, sorge in questo momento – e non a caso – se pensiamo che gli organi collegiali per il secondo anno hanno di fatto rifiutato le sperimentazioni della filiera tecnico/professionale che ha come suo primo effetto deleterio quello di ridurre da cinque a quattro anni il percorso di studio e poi quello di incanalare verso un lavoro predeterminato dalle richieste delle aziende rendendo le scuole subalterne a queste ultime.
Noi come FLC CGIL con il convegno di oggi vogliamo dire che la pensiamo diversamente e che invece di riformare per delega un ganglio democratico così importante e decisivo per la democrazia italiana quale è quello rappresentato dagli organi collegiali, occorre semmai mobilitare i soggetti che sono interessati a tale argomento, a partire dai docenti, dagli ata, dai dirigenti e dalle associazioni professionali genitoriali e studentesche per discutere ed elaborare dal basso una proposta di riforma che, è vero, attende di esser messa in campo già da quando fu introdotta l’autonomia scolastica.
La FLC CGIL ha una sua proposta che va in direzione esattamente contraria a quella che si intravede chiaramente dal ddl di delega.
I rischi insiti nella delega sono chiari: lo scardinamento dell’autonomia scolastica; la messa in questione della libertà di insegnamento come si sta già praticando con le sanzioni disciplinari che hanno l’effetto perverso di “silenziare” il dissenso anche nei percorsi didattici; un colpo al processo democratico partecipativo magari tacciato di “sessantottismo”, una categoria quest’ultima che costituisce una vera e propria ossessione per buona parte dei governanti attuali.
E se ne comprende il perché dal momento che con il ’68 si avviò il più grande processo di riconoscimento dei diritti civili e sociali che erano inscritti nella nostra Costituzione e che avevano fino ad allora fatto fatica ad affermarsi. E i Decreti delegati che nacquero nel 1974 istituendo gli Organi collegiali furono figli anch’essi di quell’ondata di lotte per l’attuazione dei diritti costituzionali. I Decreti delegati sono la Costituzione a scuola come modello di democrazia, partecipazione e autonomia: principi tutti già contenuti nella Carta del ’48 e che venti anno dopo la società ha reclamato venissero inverati nella vita concreta delle persone.
Noi ringraziamo davvero le Associazioni che oggi hanno portato il loro contributo al dibattito e hanno con noi sottoscritto la “Dichiarazione di intenti” che apre ad una prospettiva di riforma che sia però di allargamento ulteriore degli spazi democratici e partecipativi, di tutela della libertà di insegnamento, di inclusione di tutti i soggetti fra cui gli ATA e gli educatori.
Ma chiediamo alle forze politiche democratiche, che sono intervenute al nostro convegno e che ringraziamo, di non sottovalutare la questione e di condurre con forza una battaglia che eviti torsioni autoritarie che si delineano in modo evidente in tutti gli atti governativi che accompagnano la vita della scuola (si pensi all’ultimo atto sulla valutazione dove si espropria della decisionalità il consiglio di classe circa il comportamento degli alunni).
In conclusione, con la nostra proposta e con la “Dichiarazione di intenti” che ha ricevuto un così ampio apprezzamento anche dalle forze politiche, noi pensiamo che dal convegno di oggi debba partire una iniziativa che alimenti la conoscenza di quello che sta accadendo con il DDL delega sugli organi collegiali., alimenti i contenuti della “Dichiarazione di intenti” facendola circolare e valutare nelle scuole e nei luoghi di discussione e confronto, porti anche alla elaborazione di una proposta di legge alternativa che sia di riferimento per le forze sociali e politiche che hanno a cuore la nostra scuola.
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