Centro storico, commercio, attività: i numeri delle chiusure (e aperture). Il sindaco: “Lavoriamo ad un progetto ampio”. Le richieste dei commercianti – ValdarnoPost – Notizie Valdarno

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Sono circa 350 le attività presenti oggi all’interno dei perimetri del centro storico di Figline e in quello di Incisa. E a differenza di quanto potrebbe sembrare, nel confronto fra pre e post Covid il numero di attività non è sostanzialmente cambiato: dal 2019 al 2024 le cessazioni sono state affiancate da nuovi avvii, tanto che il saldo alla fine è in pareggio. A dirlo sono i dati del Suap del Comune di Figline e Incisa e della Camera di Commercio, che Valdarnopost ha raccolto (e che riguardano sia Figline che Incisa, con riferimento all’ambito del centro). Dati che delineano però anche una tendenza: si fanno strada sempre più attività di servizi e cura alla persona, il settore della somministrazione e ristorazione tiene, il commercio al dettaglio è quello che invece ha visto più chiusure (ma anche più aperture) in cinque anni.

Fotografia del 2019:
Attività totali 349 di cui
– circa 30 servizi alla persona
– circa 45 somministrazione
– circa 104 commercio ingrosso/dettaglio
– circa 15 attività artigianali
– il resto comprende lavanderie, studi professionali, agenzie, immobiliari, tabacchi e altre categorie

 

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Fotografia al 31 dicembre 2024:
Attività totali 353 di cui
– circa 45 servizi alla persona
– circa 45 somministrazione
– circa 130 commercio ingrosso/dettaglio
– nessuna impresa artigianale
– il resto comprende lavanderie, studi professionali, agenzie, immobiliari, tabacchi e altre categorie

 

  • Cessazioni / Nuove aperture:
    – dal 2019 ad oggi
    50 cessazioni; 13 trasferimenti di sede; 82 avvii
  • Tipologie di attività cessate:
    34 commercio di vicinato (abbigliamento soprattutto); 9 somministrazione; 7 servizi e cura persona
  • Tipologie di attività avviate:
    43 commercio; 24 cura persona; 9 somministrazione; il resto sono agenzie, lavanderie, internet point.

I dati (che ovviamente sono relativi soltanto alle comunicazioni effettuate al Suap e/o alla Camera di commercio, e non tutte le categorie sono tenute a queste comunicazioni) restituiscono comunque la fotografia di un centro storico che mantiene una certa vitalità, ma che ha affrontato la crisi pandemica vedendo tirare giù molte saracinesche, anche se si conferma la tendenza all’apertura e avvio di nuove attività nell’ambito del centro storico, anche se soprattutto pensando ai servizi.

Ma quali sono le possibili politiche e strategie per dare una mano a chi vuole fare impresa scommettendo proprio sul centro storico? Lo abbiamo chiesto al sindaco, Valerio Pianigiani. 

“I dati ci raccontano di una evoluzione, un cambiamento nel tipo di servizi che si aprono in centro. Complessivamente non sono negativi, ma dobbiamo prendere atto che qualcosa sta cambiando e, capite le tendenze, non possiamo andare contro quello che si delinea. Io penso che come Amministrazione dobbiamo lavorare su due fronti: politiche per la residenza, garantendo sicurezza e vivibilità del centro storico; e per il commercio, con misure che lo sostengano e non lo facciano sparire. Noi – aggiunge Pianigiani – stiamo lavorando per questo ad un progetto di largo respiro, vorrei dire di un’intera legislatura, che a varia misura coinvolge tutti gli assessorati. Partiamo dall’abitabilità: riportare le persone a vivere nei centri storici significa sostenere, magari con incentivi, per esempio le giovani coppie che scelgono di trasferirsi in centro. Pensiamo poi alla vivibilità: è importante garantire sicurezza e decoro, e su questo stiamo lavorando, con l’ausilio delle pattuglie di Polizia municipale e puntando molto anche sul sistema di videosorveglianza. Eventi e turismo: sono due capitoli importanti. Io credo che dobbiamo puntare su eventi di alta qualità, spettacoli e manifestazioni che possiamo organizzare proprio in piazza. Inoltre, stiamo lavorando anche con gli ambulanti del mercato per soluzioni che consentano di ospitare in una parte della piazza installazioni per un periodo più lungo senza doverle smontare in vista del martedì. Coinvolgere i turisti presenti nelle strutture del territorio, in particolare d’estate, è un altro tassello importante, su cui stiamo lavorando anche con gli operatori turistici; serate di eventi accompagnate dall’apertura per lo shopping, in particolare d’estate, potrebbero essere un’idea importante, se tutti lavoriamo insieme. Riapriremo l’ufficio turistico nel periodo estivo, e un altro passo avanti si potrebbe fare ragionando sulla pubblicizzazione degli eventi, rendendola omogenea e organica”.

C’è poi il capitolo dei fondi sfitti: “Abbiamo ripreso in mano un progetto, che si chiama Concentriamoci, che coinvolge le associazioni di categoria: l’obiettivo dell’Amministrazione in questo caso è mettere in contatto chi vuole aprire un’attività con chi ha a disposizione fondi sfitti. Stiamo pensando anche ad agevolazioni specifiche per le nuove aperture”, spiega il sindaco. E la viabilità? “Non penso a trasformazioni radicali. La ZTL rimarrà sostanzialmente con gli stessi orari, confermando le chiusure estive serali per permettere alle persone di approfittare dei dehors e fare due passi con tranquillità. Ritengo invece che aprire il cuore della piazza alle auto, anche solo per il parcheggio, sia incompatibile con la vivibilità del centro storico. I parcheggi intorno al centro a mio avviso ci sono, ma potremmo lavorare per individuare altre soluzioni”.

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Per il Centro Commerciale Naturale, a parlare sono Francesca Lanini e Rachele Turrini. “La percezione che si ha, tra i commercianti, è che il commercio sia quello più in difficoltà in questo periodo, a differenza dei servizi. Cosa si può fare per sostenere il commercio? La prima cosa che chiedono anche i clienti è il parcheggio. Oggi la tendenza purtroppo è ad andare di corsa, fare un acquisto al volo, e se potessero parcheggerebbero direttamente davanti al negozio. Credo che il ragionamento però debba essere più articolato: si potrebbe riflettere di aprire la piazza alla sosta nel periodo invernale, magari in via sperimentale, perché invece da maggio a settembre la piazza vive grazie ai dehors e alle attività di somministrazione. Si potrebbe pensare ad un parcheggio ad alta rotazione, in modo che chi vuole venire in centro sia sicuro di trovare posto facilmente, per incentivare le persone a ritornare a frequentare la piazza. Non è solo un problema del commercio: tra servizi e residenti, i parcheggi attuali non bastano più intorno al centro storico, di questo ne va preso atto. Una nota vorremmo aggiungerla: la nuova apertura per il carico e scarico di pomeriggio, introdotta dalle 15 alle 16, è a nostro avviso un provvedimento poco utile, in particolare per i residenti che a quell’ora non sono neanche tornati da lavoro; sarebbe stato meglio scegliere una fascia oraria nel tardo pomeriggio”.

“C’è poi un ragionamento da fare per rendere il centro più appetibile: il percorso Concentriamoci, che è stato ripreso in mano, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, ha permesso di avere un’analisi precisa della situazione, per capire di cosa c’è davvero necessità sul territorio, in modo che chi apre lo faccia con la speranza di rimanere aperti a lungo. Ad oggi le partite Iva che aprono hanno una durata di circa 24 mesi, è scoraggiante: aiutarli a investire nel settore giusto può essere una soluzione. E poi è necessario ripensare al calendario degli eventi, puntare sulle iniziative, rivedere l’assetto del mercato per far coesistere i dehors e le installazioni: bisogna collaborare insieme per concretizzare quello che potenzialmente è fattibile”, concludono Lanini e Turrini per il Centro Commerciale Naturale.

Laura Cantini, responsabile delegazione Confcommercio Valdarno Nord, aggiunge: “Il commercio è importante per i centri: vuol dire pulizia, decoro, presidio del territorio. Il calo delle presenze nei centri storici mette a rischio tutto questo. La contrazione nel numero di imprese, in particolare del commercio al dettaglio, è in atto a livello nazionale, se vogliamo è fisiologica nel post covid. Pensiamo anche a problematiche come caro affitto, caro bollette: chi non ha le spalle per sostenere tutto questo subisce di più le conseguenze. E le attività appena aperte spesso fanno fatica a sopravvivere. Serve dunque sostenere i centri garantendo decoro, offrendo iniziative, stando a fianco dei commercianti. Ci sono stati incentivi alle nuove aperture, Figline era stata fra i primi comuni a offrire contributi per chi apre in centro; ma le logiche e i tempi dell’imprenditore sono diversi, forse ancora più interessante potrebbe essere una riduzione delle imposte a livello comunale. Noi cerchiamo di affiancare le attività nel loro percorso, sia nelle nuove aperture che per la crescita. E sul fronte della promozione del territorio, per attrarre turismo, come Confcommercio sosteniamo da sempre che il Valdarno dovrebbe lavorare insieme per la promozione turistica e degli eventi, a livello proprio di vallata, superando l’idea del confine amministrativo”.

 

 

Nelle prossime settimane ci occuperemo anche di Terranuova e di Montevarchi. Qui l’approfondimento sul centro storico di San Giovanni ⬇️

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Il Centro storico di San Giovanni, come è e come potrebbe cambiare



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