“Luca Attanasio, uomo giusto in attesa di giustizia”. Ieri pomeriggio, sabato 22 febbraio, le commemorazioni a Limbiate a quattro anni dall’omicidio: presenti tanti cittadini e autorità
Quattro anni fa l’omicidio
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“Luca Attanasio, uomo giusto in attesa di giustizia”. Si potrebbero sintetizzare con questa espressione utilizzata dal padre Salvatore Attanasio il cuore e il senso delle celebrazioni in memoria dell’ambasciatore ucciso in Congo il 22 febbraio 2021. Nell’attacco al convoglio delle Nazioni Unite hanno perso la vita anche il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. Esattamente quattro anni dopo, la città natale dell’ambasciatore, Limbiate, gli ha tributato il doveroso omaggio con una commemorazione al cimitero, l’inaugurazione di una mostra fotografica e una Messa in chiesa San Giorgio.
Numerosi cittadini e autorità presenti
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Numerose le autorità intervenute alle celebrazioni di ieri pomeriggio, sabato 22 febbraio. Oltre ad Antonio Romeo, tanti sindaci dei comuni limitrofi; in rappresentanza del Consiglio regionale il presidente Federico Romani, il consigliere del Pd Pierfrancesco Majorino e il portavoce del consigliere regionale Onorio Rosati (Alleanza Verdi e Sinistra), poi Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano. In rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri c’era Patrizia Falcinelli, Direttore Generale per le risorse e l’innovazione, poi la parlamentare del Pd Maria Chiara Gadda. E’ intervenuto anche Mario Francesco Ioppolo, Ambasciatore e Osservatore per i Diritti Umani presso le Nazioni Unite. Tanti anche i cittadini e le associazioni che hanno voluto portare il loro omaggio all’ambasciatore, anche con il proprio gonfalone.
Le commemorazioni al cimitero
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Salvatore Attanasio ha aperto le commemorazioni al cimitero:
“Vorrei ricordare Luca come lo hanno conosciuto tanti di voi, con il suo sorriso disarmante, il suo abbraccio disinteressato, la sua voglia di vivere, la sua capacità di guardare oltre. Un ragazzo che ci ha messo la faccia, che è riuscito a raggiungere il suo grande sogno che era quello che fare qualcosa per il suo Paese. Oggi è il giorno della preghiera e del ricordo”
La preghiera di don Massimo
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il parroco don Massimo Donghi ha letto una preghiera che ha scritto di suo pugno per ringraziare Dio del dono ricevuto con Luca Attanasio:
“Grazie per il nostro fratello Luca che ha fatto dell’amore la propria vocazione, amando come tu gli hai voluto bene. E stato giovane strumento di pace che gusta ora la beatitudine. La sua umanità ha reso prezioso il suo servizio e autentica la sua vita” sono alcuni stralci del testo della preghiera.
A seguire, un breve corteo guidato da Alpini, Bersaglieri e Associazione Nazionale Carabinieri ha portato due corone d’alloro sulla tomba dell’ambasciatore.
L’inaugurazione della mostra
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Dopo le commemorazioni al cimitero è stata inaugurata in aula consiliare la mostra fotografica dedicata al tema della solidarietà. Nella balconata sono state esposte le 102 fotografie selezionate dalla giuria. La mostra è stata organizzata dall’artista Dario Brevi in collaborazione con il Comune e le associazioni locali come il circolo Acli e Rete Limbiate.
La scelta del tema del concorso
“Ci interessa mantenere vivo il ricordo di una persona speciale, dei valori che portava avanti, facendo un lavoro culturale attraverso diverse manifestazioni – ha esordito Brevi – Questa mostra nasce da uno dei valori fondanti che Luca ci richiamava a vivere, che è la solidarietà, la ritroviamo in tanti suoi discorsi”
L’esempio di Luca e la ricerca di verità
Patrizia Falcinelli, Direttore Generale per le risorse e l’innovazione del Ministero degli Affari Esteri ha ricordato la straordinarietà di Luca: “Un esempio a cui i giovani potranno ispirarsi”. Pierfrancesco Majorino, consigliere regionale del Pd ha esortato i presenti a intraprendere un cammino insieme:
“Dobbiamo continuare a chiedere verità e giustizia, è un dovere da trasmettere con sobrietà e intransigenza”.
Appello condiviso dalla la parlamentare del Pd Maria Chiara Gadda:
“La giustizia non deve far paura, abbiamo il dovere di proteggere un nostro servitore dello Stato”.
Michele Foggetta, portavoce portavoce del consigliere regionale Onorio Rosati (Alleanza Verdi e Sinistra), ha ricordato quando il Consiglio regionale condivise all’unanimità un ordine del giorno per spronare il governo a farsi parte attiva nella ricerca di verità e giustizia.
Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano, ha condiviso una riflessione su alcune parole che amava ripetere Luca Attanasio e che hanno guidato la sua missione: “Se sei nelle istituzioni devi dare un esempio”. Delfina Colombo dell’Acli Limbiate ha ricordato il lato umano dell’ambasciatore: “Luca vive nella memoria di tutti noi, era sensibile alla comunità in cui operava”
Esempio per i giovani
Che l’esempio di Luca è stato raccolto dai giovani lo hanno dimostrato le parole di Riccardo Grandinetti, presidente dell’associazione degli studenti della Bocconi interessati alla diplomazia e agli studi internazionali.
“Luca Attanasio per noi è un faro che ci porta verso un’idea di quello che è il servizio pubblico, ci invoglia a mettere la nostra vita in gioco, al servizio dello Stato. Vorremmo portare avanti la sua memoria, il valore di umanità, servizio e dedizione che lo hanno accompagnato tutti i giorni e che noi, nel nostro piccolo, portiamo nella sua Alma mater dove è iniziato tutto”
La difficile situazione in Congo
La giornalista Giusy Baioni ha ricordato la difficile crisi che sta vivendo il Congo il queste settimane:
“Le zone dove è stato ucciso Luca sono di nuovo teatro di scontri e occupazioni, la città di Goma ha contato tremila morti in tre giorni. Se Luca fosse qui sarebbe in prima linea per fare qualcosa di concreto. Chiedo a tutte le istituzioni da una parte la ricerca di verità per Luca, Vittorio e Mustapha, dall’altra, di occuparsi di questo Paese martoriato che non vede un giorno di pace, perché questa è una guerra per le risorse che ci tocca tutti e ci coinvolge”
“Verità, nomi e responsabilità”
Mario Francesco Ioppolo, Ambasciatore e Osservatore per i Diritti Umani presso le Nazioni Unite, aveva conosciuto Attanasio in Congo:
“Di Luca ho l’idea di un vero cooperante più che di un diplomatico. Perdiamo un uomo di grande valore, un uomo per il quale non ci sono striscioni fuori dalle case per chiedere la verità. Quando vai in Congo non sai se torni a casa, non sei al sicuro neanche nell’ambasciata, non è un mestiere è una missione. Luca Attanasio richiedere verità, nomi e responsabilità, un uomo che meritava il rispetto di tutta la nazione, la sua memoria deve restare viva ma con atti concreti, primo tra tutti i responsabili”
L’impegno a portare avanti il messaggio di Luca
Il sindaco Romeo si è detto orgoglio dell’esempio dato da Luca Attanasio:
“La vera scommessa sarà quella di essere capaci di portare avanti il messaggio di Luca. Da subito ci siamo costituiti parte civile nel processo penale, l’impegno che prendo e che prende la città è di andare avanti a rappresentare l’istituzione e cercare la verità nel rispetto della democrazia e delle leggi italiane”
“Uomo giusto in attesa di giustizia”
In chiusura le parole di papà Salvatore:
“Per noi è una ferita che non può rimarginarsi, è un vuoto incolmabile. Noi continueremo sempre e comunque a cercare quella verità che fino ad oggi ci è stata negata. Luca viene ricordato in tantissimi Giardini dei Giusti, anche ad Agrigento nella Valle dei Templi e sull’Altopiano di Asiago ci sono stele che lo ricordano. Luca è stato definito un uomo giusto e io aggiungo “uomo giusto in attesa di giustizia”. La città di Jesi mi ha mandato un manifesto in cui c’è la foto di Luca e che riporta proprio questa scritta”
Per l’omicidio dell’ambasciatore e del suo seguito la Procura di Roma aveva accusato di omicidio colposo due funzionari del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite in quanto non avrebbero garantito la sicurezza per l’ambasciatore ma il processo non è mai iniziato perché ai due dipendenti Onu è stata riconosciuta l’immunità diplomatica. Resta ancora aperta un’altra inchiesta focalizzata sull’accertamento della dinamica dell’accaduto, e proprio su questa si concentrano ora le speranze di ottenere verità e giustizia per Luca, Vittorio e Mustapha.
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